Barnard: qua casca l’asino

Alla Gabbia del 18 giugno scorso Paolo Barnard contraddice platealmente se stesso: ma come, il debito dello Stato non era la ricchezza del popolo? Non ce lo aveva ripetuto come un mantra fino all’esasperazione? Adesso invece siamo al gioco a carte, se vince l’uno perde l’altro, dice.
Questi piennellari non sanno più a che specchi arrampic
arsi per negare il signoraggio.
Per Barnard, il massimo nemico è la merkel e il massimo male è l’euro. Per noi il massimo nemico è la cupola bancaria e il massimo male è una moneta privata, debito, e i titoli di stato. Neanche i miei amici lo capiscono che lo smisurato spazio accordato a costui da parte di Gianluigi Paragone è sabbia negli occhi per evitare il falso contabile denunciato in novanta secondi

. NOVANTA SECONDI, il massimo che a chi denuncia veramente questo schifo della sovranità bancaria sia mai stato accordato. Oltre tutto BARNARD HA LA FACCIA TOSTA DI DICHIARARE CHE lui e la sua banda sarebbero “gli unici ad avere denunciato” la situazione, tentando di cancellare puntata dopo puntata la verità da noi dimostrata e nel contempo occultarci e offuscarci (ma io sono contenta perché ci spiana la strada, poi un giorno i nodi arriveranno al pettine, e i nodi sono quelli che vi spieghiamo da anni).

Infatti qua ad esempio,
 
, tradisce in modo lapidario e cristallino il mosler pensiero, un pensiero propenso alle speculazioni finanziarie, nel difendere a spada tratta i guadagni dei “poveri piccoli e medi risparmiatori” coloro che vorrebbero approfittare 
 del mercanteggiamento moneta-titoli – esattamente come i banchieri che accusa di non fornire liquidità alla gente perché la investono nella bolla finanziaria – quello stesso mercanteggiamento che noi invece individuiamo come la principale causa di questa crisi poiché più c’è gente che guadagna interessi dai “risparmi” investiti in “BOT” e cioè dall’emissione monetaria, più ci sono soldi sottratti alla collettività contrariamente a quanto asserito da Paolo Rossi, secondo cui se si riducono i guadagni dei risparmiatori, “vengono sottratti fondi” alla collettività.
Senza negare la lapalissiana verità, e cioé che se crollano i guadagni sui titoli dei piccoli risparmiatori, vengono a mancare dei guadagni nella società (sì, ma di chi? non certo come fa credere lui, i guadagni di tutta la società, bensì solo quella dei risparmiatori…cioé di chi ha dei risparmi… cioé dei capitali da investire in questi troiai…), noi mettiamo in discussione il principio stesso di speculare e guadagnare dall’emissione monetaria degli stati, per non dire dalla produzione di interi paesi, meccanismo che depaupera gli Stati assoggettando milioni di pirla alla logica della pirlamide bancaria che fa credere loro che emulare microbicamente i banchieri li farà uscire dalla miseria… a discapito di tutti gli altri. Mentre  è proprio questo meccanismo di mercanteggiamento tra moneta e titoli del debito, che è alla base della crisi truffa che stiamo vivendo.
Qua casca l’asino.
N. Forcheri


Altri rif. http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2014/06/barnard-e-qua-casca-lasino.html

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