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Di Alberto B. Mariantoni. Causa principale, in Italia, della lotta a morte contro Berlusconi, da parte del “partito amerikano” |
Tutti assieme, infatti, padroni e servi dell’Impero, farebbero senz’altro “carte false” per poterlo rapidamente estromettere dalle redini del potere (per conto terzi) della colonia Italia o, quanto meno, mandarlo in galera (Di Pietro) o in pensione (Casini, Bindi, ecc.). Oppure, manifestando un falso ed ipocrita umanitarismo, spalancargli le porte di un semplice e dorato esilio, in qualche sperduta ed accogliente isola del Pacifico o dell’Oceano indiano (proposta De Magistris). L’importante, insomma, è che si tolga celermente dai piedi. Situazione che aprirebbe inevitabilmente le porte del Governo della Nazione, alla ledership di “Italia futura” (Montezemolo, Draghi, Monti, Fini, D’Alema, ecc.), direttamente sponsorizzata e sostenuta dalla Goldman-Sachs statunitense, soprattutto per motivi legati alla privatizzazione degli ultimi residui “gioielli di famiglia” dell’industria nazionale, tuttora scampati alle catastrofiche lottizzazioni e svendite organizzate a suo tempo dai successivi Governi Prodi.
E sì, miei cari lettori. Dura lex sed lex… Chi sbaglia paga. Le “leggi” dell’Impero non possono essere impunemente scalfite o contravvenute. In modo particolare, quando si tenta, in qualche modo, di assicurare una qualsiasi autonomia energetica ad uno qualunque dei Paesi del loro “protettorato” Europa!
Per rendersene conto, è sufficiente dare uno sguardo ai dati statistici ufficiali. Da quei dati, risulta che l’Italia, dal 1996 al 2006, ha praticamente raddoppiato le sue importazioni di gas e di petrolio, indispensabili al funzionamento della nostra industria, delle nostre infrastrutture e dei nostri trasporti pubblici e privati. Oggi, ad esempio – per potere disporre di parametri di riferimento – il nostro Paese importa all’incirca 75,60 miliardi di metri cubi di gas e circa 2,137 milioni di barili al giorno di petrolio. E di queste quantità – grazie alla lungimiranza politica ed all’intuizione commerciale del personaggio Berlusconi – l’Italia è riuscita praticamente a sganciarsi dall’annosa e segregante tutela delle compagnie anglo-americane ed a ridurre la sua dipendenza da queste ultime di all’incirca i due terzi.
La privilegiata relazione del nostro Presidente del Consiglio con la Federazione Russa di Dmitri Medvedev e Vladimir Putin ha permesso all’Italia, dal 2008, di importare, a dei prezzi competitivi, all’incirca 23 miliardi di metri cubi di gas e circa 16,5 milioni di tonnellate di petrolio. Questo, senza contare che – tra Aprile e Dicembre 2009 – sono stati aggiuntivamente firmati con Mosca ben 19 Accordi di cooperazione, tra cui l’intesa per il lancio del gasodotto denominato South Stream; l’accordo tra Alitalia e la sua controparte Aeroflot; il protocollo con Finmeccanica, per la produzione di veicoli ferroviari e per la realizzazione in Russia di sistemi di sicurezza, nonché tra Finmeccanica e Sukkoi per la costruzione del ‘Superjet 100’; il compromesso tra Tecnimont, Sace e Vnesheconombank per la realizzazione – per conto della Tobolsk-Polymer – di un complesso petrolchimico da circa 2 miliardi di euro; ecc. Una situazione che ha repentinamente trasformato l’Italia, nel secondo partner europeo del Kremlino (dopo la Germania) e nel suo quarto partner commerciale a livello mondiale.
Non parliamo degli Accordi con la Libia o, se si preferisce, con la Giamahiria araba libica popolare socialista, di Muhammar Gheddafi. L’interscambio tra i due Paesi, nel biennio 2008-2009, secondo i dati ISTAT, è stato di all’incirca 20 miliardi e 229 milioni di euro, rispetto ai circa 15 miliardi e 600 milioni di euro del 2007 (+29,5%), di cui 17 miliardi e 390 milioni di euro di esportazioni libiche (+ 24,4% rispetto al 2007 – prevalentemente petrolio e gas, pari a circa il 10% del fabbisogno annuale italiano; il resto proveniente dall’Algeria e – come abbiamo visto – dalla Federazione Russa), e di all’incirca 2 miliardi e 638 milioni di euro di esportazioni italiane verso la Libia (+62,5% rispetto al 2007). Per le sole importazioni italiane di petrolio e di gas, si è registrato un incremento del 27% circa, passando dagli all’incirca 12 miliardi e 330 milioni del 2007, ai circa 15 miliardi e 640 milioni di euro del 2008. Il tutto, naturalmente, senza contare la serie di accordi bilaterali che – anche se indirettamente favoriti e “cauzionati” dalla promessa italiana di risarcimenti alla Libia per all’incirca 5 miliardi di dollari, per i danni coloniali causati a questo Paese nel periodo 1911-1942 – aprono alle aziende italiane un canale privilegiato di infinite opportunità, dal campo alimentare a quello dell’abbigliamento, da quello dei prodotti chimici e farmaceutici a quello degli articoli in plastica e/o in gomma, da quello della costruzione edile a quello della tecnologia nel campo dell’estrazione dei giacimenti di idrocarburi e di gas. Senza dimenticare, l’accordo bilaterale per il controllo dell’emigrazione clandestina che negli ultimi otto mesi ha conosciuto una drastica e salutare decrescita, raggiungendo i suoi minimi storici da dieci anni a questa parte.
Tutto questo, ovviamente, l’Anglo-Amerika non può sopportarlo. Ed è per le succitate ragioni che Berlusconi – per gli USA ed i suoi nostrani lustrascarpe – è improvvisamente diventato “persona non grata”. Insomma, l’uomo da abbattere e da sostituire al più presto, con qualsiasi mezzo
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