RON PAUL: Gli austriaci avevano ragione

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lunedì 24 novembre 2008

Un altro lucido intervento sulla crisi economica in corso del dott. Ron Paul alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, pronunciato il 20 novembre 2008.
Quella di Paul è ormai l’unica voce nel panorama politico americano, e forse mondiale, ad identificare correttamente l’origine della crisi, e ad avvertire di una minaccia che fino ad ora è rimasta confinata nel recinto virtuale di internet: la creazione di un governo mondiale. Digliele Doc!
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Di Ron Paul

Signora Speaker, molti Americani sperano che la nuova amministrazione risolva i problemi economici che stiamo affrontando. Questo probabilmente non accadrà, perché i consiglieri economici del nuovo presidente non hanno maggiore comprensione di come tirarci fuori da questo caos di quanto le precedenti amministrazioni e congressi avessero capito in che modo la crisi è stata determinata in primo luogo.
Tranne rare eccezioni, i membri del Congresso ignorano l’economia austriaca del libero mercato. Per gli ultimi 80 anni, i rami legislativi, giudiziari ed esecutivi del nostro governo sono stati totalmente influenzati dall’economia keynesiana. Se avessero avuto una minima comprensione della spiegazione austriaca del ciclo economico, non avrebbero mai permesso le pericolose bolle che conducono sempre a correzioni dolorose.
Oggi, un’importante crisi economica si sta dispiegando. Nuovi programmi governativi nascono quotidianamente ed ancor di più i piani per il futuro. Tutti sono basati sulla convinzione che siamo in questo caos perché il capitalismo di mercato e la moneta solida hanno fallito. L’ossessione è per maggiore spesa, salvataggi di investimenti sbagliati, più debito ed ulteriore svalutazione del dollaro. Molti stanno dicendo che abbiamo bisogno di una risposta internazionale ai nostri problemi con l’istituzione di una banca centrale mondiale e di una singola valuta fiat. Questi suggerimenti sono soltanto una dose maggiore delle stesse politiche che hanno creato il nostro caos e sono condannati a fallire.
Almeno il 90% della causa per la crisi finanziaria può essere assegnato alla Federal Reserve. È stata la manipolazione del credito, della massa monetaria e dei tassi di interesse a provocare il formarsi delle varie bolle. Il Congresso ha versato benzina sul fuoco con vari programmi e istituzioni come il Community Reinvestment Act, Fannie Mae e Freddie Mac, FDIC e HUD, tutti sostenuti da sentenze aggressive.
La Fed ha ora distribuito quasi 2 trilioni di dollari in prestiti sovvenzionati alle banche in difficoltà e ad altre istituzioni finanziarie. La Federal Reserve e il Ministero del Tesoro si vantano costantemente dell’esigenza della “trasparenza” e della “supervisione,” ma sono tutte solo parole: non vogliono nulla di tutto ciò. Vogliono la segretezza mentre i privilegiati vengono salvati a scapito della classe media.
È inconcepibile che il Congresso possa essere così negligente nel suo dovere. Non fa altro che perdonare l’arroganza della Fed per il suo rifiuto di dirci dove sono finiti i 2 trilioni di dollari. Tutti i membri del Congresso e tutti gli Americani dovrebbero sentirsi oltraggiati che le circostanze possano deteriorarsi a questo livello. Non meraviglia che un numero sempre crescente di americani stia ora richiedendo la fine della Fed.
La Federal Reserve ha creato il nostro problema, tuttavia riesce a guadagnare ancora più potere nella socializzazione dell’intero sistema finanziario. L’intero processo di salvataggio di quest’anno è stato caratterizzato dall’assenza di supervisione, limiti, attenzione, comprensione e buonsenso.
Errori simili furono fatti negli anni 30 ed introdussero l’era del New Deal, del Giusto Accordo, della Great Society e degli economisti supply-side che convinsero i conservatori che i deficit dopo tutto non avevano tutta questa importanza, poiché erano ansiosi di finanziare un costosissimo impero americano finanziato col deficit.
Tutti i programmi dalla Depressione sono stati intesi per impedire le recessioni e le depressioni. Tuttavia tutto quel che è stato fatto è piantare i semi della più grande bolla finanziaria della storia. A causa di questa mancanza di comprensione, la scena è pronta per l’ampia nazionalizzazione del sistema finanziario ed abbastanza probabilmente dei mezzi di produzione.
Anche se è evidente che i keynesiani avevano sbagliato tutto e che l’interventismo e la pianificazione economica centrale non funzionano, i consigli di chi stiamo ascoltando per tirarci fuori da questo caos? Purtroppo, dei keynesiani, dei socialisti e dei sostenitori del grande governo.
Chi viene ignorato? Gli economisti austriaci del libero mercato – proprio quelli che predissero non solo la Grande Depressione, ma anche la calamità che affrontiamo oggi. Se la crisi era prevedibile ed è spiegabile, perché nessuno ha ascoltato? Perché troppi politici hanno creduto che un pasto gratis fosse possibile e che un nuovo paradigma economico fosse arrivato. Ma abbiamo già sentito tutto ciò – come la pietra filosofale che può trasformare il piombo in oro. La prosperità senza lavoro è un sogno antico.
In aggiunta a questo ci sono coloro che capiscono che il potere politico è controllato da chi controlla la massa monetaria. I liberali ed i conservatori, i repubblicani e i democratici sono giunti a credere, come è stato insegnato loro nelle nostre università, che i deficit non hanno importanza e che il compromesso della Federal Reserve che monetizza il debito fosse legittimo e mai nocivo. È vero il contrario. La pianificazione centrale dell’economia è sempre nociva. Inflazionare la massa monetaria e svalutare di proposito il dollaro è sempre doloroso e pericoloso.
Le politiche dei sostenitori del grande governo stanno finendo la benzina. Le loro politiche hanno fallito e continueranno a fallire. Continuare a fare semplicemente ciò che ha causato la crisi difficilmente può fornire una soluzione.
La buona notizia è che gli economisti austriaci stanno guadagnando ogni giorno maggiore consenso e hanno più possibilità di influenzare il nostro futuro rispetto a quante ne hanno avute da lungo tempo.
Il problema di base è che i sostenitori del grande governo necessitano di una banca centrale per pagare furtivamente i suoi conti senza imposta diretta. Stampare i soldi necessari ritarda il pagamento. La riscossione delle tasse rivelerebbe il vero costo del grande governo e la gente si rivolterebbe. Ma il pifferaio sarà pagato e questa è la sostanza di questa crisi.
Ci sono dei limiti. Un paese non può dipendere per sempre da una banca centrale per tenere l’economia a galla e la valuta funzionante con l’accelerazione costante della crescita della massa monetaria. Alla fine le leggi dell’economia travolgeranno i politici, i burocrati ed i banchieri centrali. Il sistema non riuscirà a rispondere a meno che il debito eccedente e gli investimenti sbagliati vengano liquidati. Se si va troppo avanti e lo sperpero selvaggio non viene arrestato, il risultato sarà un’inflazione fuori controllo e sarà necessaria una valuta completamente nuova per ristabilire lo sviluppo e una ragionevole stabilità politica.
La scelta che affrontiamo è infausta: o accettiamo un governo autoritario mondiale che tiene insieme un sistema fallato, o ristabiliamo i principi della costituzione, limitiamo il potere del governo, ristabiliamo una moneta merce senza un sistema di riserva federale, rifiutiamo il governo mondiale e promuoviamo la causa della pace proteggendo la libertà ugualmente per tutte le persone. La libertà è la risposta.

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